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CODICE DEONTOLOGICO

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Codice Deontologico Educatori e Istruttori Siua


1) I REFEREE si impegnano a lavorare nelle attività di zooantropologia applicata rispettando lo statuto di alterità animale, vale a dire attraverso il pieno riconoscimento dell’animale come soggetto, diverso, singolare e interpretano le attività secondo il dettato del coinvolgimento e non dell’utilizzo dell’animale, secondo le linee guida dimensionali ossia applicando i diversi specifici referenziali derivanti dal dimensionamento della relazione.

2) I REFEREE fanno propri i dettami valoriali definiti dal documento Carta dei Valori e dei Principi sulla Pet Relationship “Carta Modena 2002” (di seguito CARTA MODENA) e in particolare si impegnano a non agire mai contro i principi di rispetto della dignità animale e del carattere di senzienza dell’animale, evitando di mettere in atto forme di coercizione, frustrazione, privazione e ogni qualunque altra azione che possa configurarsi come maltrattamento dell’animale.

3) Sempre nel rispetto di CARTA MODENA, i REFEREE si impegnano parimenti verso i diritti del fruitore del servizio di zooantropologia applicata, sia nell’ambito consulenziale che interventistico, nei confronti del quale dovranno rispettare i principi di dignità della persona e della privacy, evitando qualunque azione di prevaricazione, insolenza, banalizzazione o altre forme irrispettose.

4) I REFEREE si impegnano ad agire – in veste di “REFEREE SIUA” – esclusivamente nell’ambito dei servizi per cui hanno ottenuto specifica abilitazione e in ogni caso a non arrogarsi mai ambiti professionali non conformi alla propria specifica qualifica professionale, favorendo al contrario la collaborazione fra professionisti laddove sia indispensabile, privilegiando la collaborazione interprofessionale con coloro che operano secondo il dettato zooantropologico.

5) Il REFEREE si impegna a non gettare discredito nei confronti di altri REFEREE della SIUA ma, qualora ravvisasse in altri REFEREE della SIUA comportamenti non consoni ai dettami deontologici qui esposti, è sua facoltà – ed è consigliabile, anche se non prescritto – avvisare il COMITATO SCIENTIFICO che provvederà a verificare l’eventuale sussistenza delle irregolarità e a prendere le decisioni del caso.

6) I REFEREE si impegnano a diffondere il programma teorico applicativo della zooantropologia in tutte le sedi ove si troveranno a operare evitando di far passare immagini distorte del rapporto uomo animale sia in senso strumentale che in senso sostitutivo e impegnandosi per la valorizzazione del ruolo dell’animale nella vita dell’uomo, riconoscendone l’importanza referenziale.

7) I REFEREE si impegnano a rispettare il “Codice di Pratica” messo a punto dal COMITATO SCIENTIFICO in tutti gli aspetti del servizio (dalla prescrizione all’applicazione) sia nei termini di preparazione dell’animale che di conduzione della seduta, ma possono, qualora non concordassero su uno o più dettati stilati dal COMITATO SCIENTIFICO, proporre emendamenti da discutere nella prima assemblea utile della SIUA o semplicemente rimettere la questione al COMITATO SCIENTIFICO che valuterà il da farsi.

8) L’assemblea nomina un COMITATO SCIENTIFICO composto da 5 membri di diversa estrazione professionale il cui compito è quello di mettere a punto e aggiornare un Codice di Pratica a cui tutti i REFEREE devono attenersi e nello stesso tempo a individuare dei progetti di ricerca, degli strumenti applicativi, delle linee guida, anche attraverso l’istituzione di appositi tavoli di lavoro che sarà cura del COMITATO SCIENTIFICO coordinare affinché producano i documenti in tempo utile.

9) Considerata l’articolazione delle attività di zooantropologia applicata, la SIUA dispone la realizzazione di tavoli di lavoro per la stesura di “Linee Guida Applicative” del CZA per le singole situazioni; anche in questo caso le linee guida, dopo essere state approvate dal COMITATO SCIENTIFICO, possono in qualunque momento essere rimesse in discussione attraverso richiesta di emendamento o di estensione, esattamente come rispetto al Codice di Pratica, su richiesta del REFEREE.

10) In qualunque momento un REFEREE può venir sospeso dalla sua nomina qualora contravvenisse alle norme sottoscritte e il vizio fosse riconosciuto dal COMITATO SCIENTIFICO o da una Commissione da esso nominata, dopo aver sentito le ragioni del diretto interessato; e tuttavia è sua facoltà ripresentare la propria candidatura, spiegando le proprie ragioni e i propri propositi, alla prima assemblea utile della SIUA o semplicemente riproponendo il proprio caso alla COMMISSIONE ETICA rimanendo tuttavia in uno stato di sospensione. La sospensione comporta altresì la cancellazione dal sito internet della scheda personale.

11) L’assemblea nomina tre membri in qualità di COMMISSIONE ETICA il cui compito è quello di dirimere le controversie attraverso un parere, vigilare sull’operato dei REFEREE, presentare al COMITATO SCIENTIFICO eventuali problematicità, accogliere le richieste di reintegro e valutare il caso o i proponimenti del REFEREE; qualora la commissione si trovasse in difficoltà nel giudicare una particolare situazione sarà l’assemblea a decidere.

12) I REFEREE si impegnano nel caso di organizzazione di iniziative riguardanti i temi della zooantropologia applicata a dare voce prima di tutto a coloro che lavorano secondo l’approccio zooantropologico; questo non significa che alle iniziative dovranno partecipare solo altri REFEREE o studiosi comunque vicini a tale approccio, ma che nel complesso i rappresentanti dell’approccio zooantropologico non devono essere minoritari o messi nelle condizioni di non far valere tale approccio.

13) Le attività che prevedono il coinvolgimento di animali non devono mai ledere i principi di rispetto del benessere animale e di dignità del soggetto in relazione alle caratteristiche specie-specifiche e individuali. Le attività non possono compromettere lo stato di salute del soggetto, sia per il profilo epidemiologico che per quello infortunistico, mai devono comportare strazio o prevedere stimoli avversativi (dolore, paura, coercizione, frustrazione), mai prevedere situazioni in alcun modo compromissorie o fortemente problematiche per il soggetto.

14) L’operatore deve preoccuparsi – ossia ne ha piena responsabilità - che nel corso delle attività non vengano mai meno i requisiti del benessere e che i bisogni fondamentali dell’animale vengano assolti. Lo spazio a disposizione dell’animale dev’essere sempre adeguato al suo profilo etologico e tutti i parametri ambientali vanno considerati attentamente ovvero non si fanno attività laddove l’ambiente possa compromettere il benessere animale.

15) Gli animali che entrano a far parte dei progetti di zooantropologia applicata devono rispondere al carattere di coinvolgibilità ossia essere in grado e desiderare di entrare in relazione profonda con l’essere umano, mai si dovranno fare incontrare nel corso di un’attività animali non reciprocamente socializzati o coinvolgere soggetti che non siano in grado – anche in riferimento alla specificità contestuale e situazionale – di stare in una condizione di relazione profonda.

16) L’operatore è responsabile nel corso della seduta – sia interventistica che consulenziale – del benessere animale, in particolare deve preoccuparsi che nella relazione con il fruitore quest’ultimo non comprometta lo stato di salute e di benessere. Non si devono mai utilizzare nel corso di attività strumenti e tecniche che in alcun modo possono essere pericolosi per l’animale a causa di un eventuale uso scorretto (spazzole di metallo, sostanze tossiche, etc.). A prescindere dalle richieste del fuitore tanto nelle attività interventistiche quanto in quelle consulenziali, non si devono assecondare prassi – quali per esempio utilizzo di collari a strozzo, etc. – che rendono prioritari gli obiettivi performativi rispetto a quelli relazionali.

17) L’operatore deve sapersi pensare in coppia ed essere empatico nei confronti dell’animale, ovvero preoccuparsi di valutare se una particolare situazione possa essere problematica per il proprio animale. La seduta non deve comportare difficoltà nei processi di omeostasi fisiologica o di adattamento comportamentale. Nel caso in cui si presentino situazioni di difficoltà tali da minare i requisiti di welfare animale e di integrità della sua salute psicofisica o da compromettere i requisiti di sicurezza l’operatore ha l’obbligo di interrompere immediatamente la seduta.

18) Le attività devono basarsi su un processo relazionale (reciprocativo e transazionale) e l’operatore deve farsi parte diligente della buona riuscita dell’evento/incontro dialogico tra fruitore e pet evitando che quest’ultimo non riconosca l’animale nei predicati di alterità; compito dell’operatore è sempre promuovere la relazione ancor prima di dar luogo all’indirizzo referenziale.

19) Qualora il fruitore presenti caratteristiche tali da non poter assicurare un’interazione con il pet adeguata è necessaria la presenza di un tutore che guida l’interazione del fruitore. Ogni attività performativa deve essere conseguenza dell’evento relazionale e non viceversa. L’animale in seduta deve essere considerato “coinvolto” e non “utilizzato” durante tutto l’arco dell’attività.

20) Non si devono mai portare in seduta con lo scopo di fare attività: animali in età evolutiva, con stati di salute compromessa, con lesioni e aree doloranti, in età avanzata, con alterazioni del profilo comportamentale, in condizioni di stress e in qualunque altra condizione per cui l’attività possa essere considerata defatigante.

21) Non si devono portare in seduta animali che non rispondono pienamente di requisiti sanitari e comportamentali; tutti gli animali che partecipano alle sedute devono essere stati certificati insieme all’operatore come (“coppia certificata SIUA” sulla base di requisiti di abilitazione alle attività e stato di corretta pet partnership*).

22) Sarà cura dell’operatore monitorare il proprio animale rispetto ai parametri igienici, all’eventuale presenza di ectoparassiti, ad alterazioni dello stato di salute (vomito, diarrea) e del profilo comportamentale; ogni seduta deve poter essere affrontata dai pet partner nella pienezza delle loro facoltà e mai si devono forzare le situazioni o non rispettare in pieno i caratteri igienico-sanitari.

23) Prima di fare attività interventistiche che prevedono momenti interattivi con l’animale è necessario che l’operatore realizzi una o più sedute di attività referenziali al fine di tarare le caratteristiche interattive del fruitore e di dare luogo a una conveniente attività di preparazione all’incontro. Il momento di vera e propria interazione con l’animale (non dovrà comunque superare i 15 minuti**). Il progetto dovrà sempre essere costruito sulla base di un percorso di incontro graduale e in riferimento alle specifiche possibilità interattive del fruitore.

24) Il progetto deve essere istruito da un’équipe multiprofessionale composta dalle figure di riferimento del fruitore e dal team prescrittivo in ossequio a specifici obiettivi plausibili e auspicabili definiti. Nelle attività interventistiche l’auspicabilità è definita dalle figure di riferimento, mai dal team prescrittivo, i REFEREE si impegnano a non sostituirsi mai alle figure di riferimento e a considerarsi dei facilitatori.

25) Nella definizione del progetto è necessario stabilire la cornice dimensionale e la struttura tipologica di pet-relationship nonché le variabili e gli strumenti di monitoraggio sugli obiettivi. Nel caso di interventi a carattere specifico coadiuvante-assistenziale è necessario che il progetto sia tarato sulla specificità clinica del paziente e in interfaccia con gli interventi terapeutici in essere per evidenziare il carattere di intervenienza.

26) Il progetto viene realizzato da un gruppo di operatori – alcuni dei quali in relazione di pet-partnership con il proprio animale – definito team operativo. La fase di attuazione viene preparata da una fase di pianificazione dove team prescrittivo e operativo mettono a punto i parametri di operatività e la calendarizzazione degli interventi. La fase attuativa viene comunque coordinata da rappresentanti del team prescrittivo e dalle figure di riferimento alle quali gli operatori devono comunque sempre far capo qualora la situazione specifica lo richieda.

27) I REFEREE devono tenere un comportamento adeguato rispetto ai caratteri generali del servizio che vanno a erogare e rispetto alle specificità del luogo dove andranno a operare. In particolare è indispensabile che il REFEREE chieda espressamente alla figura di riferimento i vincoli specifici della struttura in cui di troverà a operare. Il REFEREE deve comunque mantenere un comportamento affabile, comprensivo ed educato, deve astenersi dall’emettere giudizi, dall’affrontare “argomenti caldi”, dal presentare un comportamento irrispettoso e deve inoltre scegliere l’abbigliamento tenendo conto del ruolo specifico che si trova a ricoprire.

28) L’operatore deve aver cura di realizzare un protocollo di attività emendative sul proprio pet a fine seduta, allo scopo di allentare le situazioni di stress legate all’attività, al contesto e alla costrizione dimensionale. È importante definire per ogni progetto il livello di costrizione dimensionale al fine di adeguare l’attività emendativa e i tempi di sospensione dell’attività previsti per quella situazione. Qualora la seduta prevedesse una forte difficoltà in termini di ambiente interattivo e di costrizione dimensionale si dovrà provvedere a limitare la durata della seduta e a fare un monitoraggio sui parametri di stress dell’animale. Prima di procedere alla fase di programmazione è indispensabile realizzare un intervento di valutazione ambientale per comprendere in modo analitico le caratteristiche operative.

29) I REFEREE devono sempre considerarsi al servizio dell’animale e della causa di valorizzazione del ruolo dell’animale nell’ecumene e nella cultura, devono sentire il proprio compito anche come una missione culturale e non semplicemente come un lavoro, devono prodigarsi per favorire nella società un giusto riconoscimento dell’importanza della presenza animale. Le attività educative, istruttive e abilitative rivolte agli animali devono sempre privilegiare la prosocialità ed essere conformi al dettato pedagogico, di pieno sviluppo e integrazione, e mai in senso addestrativo.

30) I REFEREE hanno l’obbligo morale di continuare l’attività di formazione e di tenersi aggiornati non solo negli ambiti scientifici del comportamento e della relazione ma anche in quelli bioetici riguardanti i diritti animali o i doveri dell’uomo verso gli animali e più in generale i valori che entrano in gioco nella relazione uomo-animale.

* Quanto fra parentesi è stato emendato “come verrà stabilito dal Codice di Pratica”.
** Quanto fra parentesi è stato emendato “avrà una durata riferita alle caratteristiche etografiche e al tipo di attività, come verrà stabilito nel Codice di Pratica”.

Bologna, 25 marzo 2007

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